Reazione al fuoco dei materiali

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E' definita come il comportamento di un materiale che, per effetto della sua decomposizione, alimenta il fuoco al quale è esposto- in altri termini la reazione al fuoco è un'espressione impiegata per caratterizzare i fenomeni connessi con le prestazioni dei materiali al sorgere dell'incendio: allo sviluppo dello stesso, alla sua estensione, alla emissione dei fumi o altri prodotti nocivi.

Il D.M. 30.11.1983, "Termini e definizioni generali e simboli grafici della prevenzione incendi" riporta al punto 1.10 la definizione ufficiale di reazione al fuoco come

" Grado di partecipazione di un materiale combustibile al ,fuoco al quale è sottoposto. In relazione a ciò i materiali sono assegnati (D.M. 26 06.1984) alle classi 0, 1, 2 3, 4, .5 con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione quelli di classe 0 sono incombustibili ".

Come si è già visto la reazione al fuoco è riferita essenzialmente ai materiali di arredo e di rivestimento. Tra questi, i prodotti tessili hanno costituito da sempre il fattore che contraddistingue un arredamento di prestigio. Un locale con tappeti e tappezzeria dà, infatti, una immediata sensazione di conforto e di calore contrariamente ad una stanza con marmi e metalli, che dà sensazione istintiva di estraneità.

Arredare significa, quindi, personalizzare un ambiente con tessuti, disegni e colori senza tuttavia che questi elementi vadano ad inficiare altri compiti specifici relativi all'uso cui l'ambiente è destinato. La cosa, già di per se non facile, diventa molto difficile quanto ai prodotti tessili destinati all'arredamento si richiede un notevole contributo per risolvere il problema della sicurezza contro il fuoco.

Questo aspetto. come già si è visto, è regolamentato, nel mondo, da leggi e da norme specifiche che hanno lo scopo di ridurre al minimo il rischio di incendio commisurato alla reazione al fuoco dei materiali combustibili interessati.

La regolamentazione della reazione al fuoco si può distinguere in due settori: Prove e Classificazione, Prescrizione di impiego.

Il primo settore indica test e metodologie per la determinazione della classe di reazione al fuoco dei materiali (in Italia è detta norma orizzontale). La seconda prescrive le classi di reazione al fuoco dei materiali in base alla applicazioni finali (in Italia è la norma verticale).

In questo modo si assegna ad ogni materiale un indice di " pericolosità".

LEGISLAZIONE ITALIANA

Cerchiamo di individuare quali criteri sono stati presi in considerazione al fine di determinare l'indice di pericolosità e di misurare l'indice stesso in relazione alle diverse applicazioni e agli usi finali dei materiali tessili.

Tende, e materiali sospesi in genere:

Tal applicazione deve essere considerata come la più pericolosa fra i componenti l'arredamento, per i seguenti motivi:

-maggiore facilità di innesco al fuoco;

-effetto camino;

-grande disponibilità di comburente (aria su entrambi le facce);

-facilità di propagazione dell'incendio agli altri componenti di arredo o per contatto diretto o per distacco dì partì o particelle incendiate,

Si comprende, quindi, l'assoluta necessità di disporre di materiali con elevati standard di sicurezza e una messa in opera particolarmente accurata.

Poltrone e altri mobili imbottiti in genere.

La pericolosità e la ricorrenza di questo tipo di arredo nella casistica degli incendi ne hanno fatto giustamente oggetto dì grande attenzione. Se si prende in considerazione la grande varietà dei materiali per l'imbottitura e si considerano le molteplici soluzioni di abbinamento con i materiali di ricopertura, possiamo comprendere la potenziale pericolosità qualora i componenti non siano normalizzati. Si prenda, ad esempio, il sedile ribaltabile dì una poltroncina composta da un rivestimento in spalmato (tipo finta pelle), da uno strato di imbottitura in foam sintetico e da un supporto in legno. Quando il sedile è in posizione di riposo, la parte superiore è molto soggetta ad azioni di sfondamento e di lacerazione. E' sufficiente un mozzicone di sigaretta per innescare un incendio anche in un lasso di tempo relativamente breve.

Rivestimenti dei soffitti, delle pareti e dei pavimenti.

Tralasciamo il caso dei tessuti o materiali in posa per il quale rimandiamo alla voce tendaggi per ragioni di affinità. I rivestimenti in posa incollata presentano, a nostro avviso un livello di rischio abbastanza ridotto qualora vengano rispettate, sia le condizioni di posa in opera, sia l'impiego di collanti adatti.

Inoltre, la ridotta pericolosità, nei confronti con il fuoco, è confortata dal supporto non combustibile sopra il quale deve essere posta. Questo fatto determina, in caso di innesco, un rallentamento della velocità di propagazione della fiamma. Altri tipi di rivestimento, in materiali combustibili come il legno o materiale plastico a pannelli-, pur non rientrando nella categoria dei tessili propriamente detti, fanno parte comunque dell'arredamento.

A differenza dei materiali appesi che sono suscettibili di essere investiti da una fiamma su entrambi le facce, i rivestimenti combustibili sono investiti dall'incendio sulla sola superficie esposta.

La normativa italiana ( D.M. 26.6.1984), come già premesso, definisce per i materiali 6 classi dì reazione al fuoco in funzione della loro minore o maggiore partecipazione all'incendio. I parametri caratteristici della reazione al fuoco sono:

-infiammabilità, intesa come la capacità dei materiali di entrare e permanere in stato di combustione, con emissione di fiamma, dopo ero durante l'esposizione ad una sorgente di calore;

-velocità di propagazione della fiamma intesa come velocità del fronte di fiamma;

-gocciolamento, inteso come la capacità di un materiale di emettere gocce di materiale fuso dopo e/o durante l'esposizione a una sorgente di calore;

-sviluppo di calore nell'unità di tempo;

-produzione di fumo;

-produzione di sostanze nocive.

Poiché i parametri sopra citati dipendono per ogni materiale sia dalla composizione chimica che dalle condizioni di impiego, ossia della loro posizione, del tipo di esposizione e delle modalità di messa in opera, il D.M. 26.6.1984 definisce cinque metodi di prova:

1) ISO-DIS 1182.2

2) CSE RF 1175/A

3) CSE RF 2/75/A

4) CSE RF 3/77

5) CSE RF 4/83

In ogni prova viene misurata la velocità di propagazione, la zona danneggiata, il tempo di post combustione, il tempo di post-incandescenza e il gocciolamento.

I risultati ottenuti definiscono 4 categorie, la cui combinazione dà come risultato finale la classe (di reazione al fuoco) del materiale.

L'attuale normativa italiana in materia di sicurezza antincendio non prevede solamente la classificazione ai fini della reazione al fuoco, ma ne regola, altresì, la procedura della omologazione

 

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