Scale

Normative di riferimento

 

 

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Legge 9 gennaio 1989 n. 13

 

 

 Legge 9 gennaio 1989, n. 13 "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati." (Pubblicata nella G. U. 26 gennaio 1989, n. 21)

 

D.M. 14 giugno 1989 n. 236 - Regolamento di attuazione della L. 13/89
Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pibblica sovvenzionata ed agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.

Decreto Ministeriale - Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236. "Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche." (Pubblicato in suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale n.145 del 23 giugno 1989)

Art.1. - Campo di applicazione

Le norme contenute nel presente decreto si applicano:
1) agli edifici privati di nuova costruzione, residenziali e non, ivi compresi quelli di edilizia residenziale convenzionata;
2) agli edifici di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ed agevolata, di nuova costruzione;
3) alla ristrutturazione degli edifici privati di cui ai precedenti punti 1) e 2), anche se preesistenti alla entrata in vigore del presente decreto;
4) agli spazi esterni di pertinenza degli edifici di cui ai i punti precedenti.

Art.4.- Criteri di progettazione per l’accessibilità

4.1.10) Scale - Le scale devono presentare un andamento regolare ed omogeneo per tutto il loro sviluppo. Ove questo non risulti possibile è necessario mediare ogni variazione del loro andamento per mezzo di ripiani di adeguate dimensioni. Per ogni rampa di scale i gradini devono avere la stessa alzata e pedata. Le rampe devono contenere possibilmente lo stesso numero di gradini, caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata.
    Le porte con apertura verso la scala devono avere uno spazio antistante di adeguata profondità.
    I gradini delle scale devono avere una pedata antisdrucciolevole a pianta preferibilmente rettangolare e con un profilo preferibilmente continuo a spigoli arrotondati.
    Le scale devono essere dotate di parapetto atto a costituire difesa verso il vuoto e di corrimano. I corrimano devono essere di facile prendibilità e realizzati con materiale resistente e non tagliente.
    Le scale comuni e quelle degli edifici aperti al pubblico devono avere i seguenti ulteriori requisiti:

1) la larghezza delle rampe e dei pianerottoli deve permettere il passaggio contemporaneo di due persone ed il passaggio orizzontale di una barella con una inclinazione massima del 15% lungo l’asse longitudinale;
2) la lunghezza delle rampe deve essere contenuta; in caso contrario si deve interporre un ripiano in grado di arrestare la caduta di un corpo umano;
3) il corrimano deve essere installato su entrambi i lati;
4) in caso di utenza prevalente di bambini si deve prevedere un secondo corrimano ad altezza proporzionata;
5) è preferibile una illuminazione naturale laterale. Si deve dotare la scala di una illuminazione artificiale, anche essa laterale, con comando individuabile al buio e disposto su ogni pianerottolo;
6) le rampe di scale devono essere facilmente percepibili, anche per i non vedenti.
(Per le specifiche vedi 8.1.10).

Art. 8. - Specifiche funzionali e dimensionali

8.0.1) 
Modalità di misura

Altezza parapetto - Distanza misurata in verticaledal lembo superiore dell’elemento che limita l’affaccio
Altezza corrimano - Distanza misurata in verticale dal lembo superiore dei corrimano al piano di calpestio
Altezza parapetto o corrimano scale - Distanza dal lembo superiore del parapetto o corrimano al piano di calpestio di un qualunque gradino, misurata in verticale in corrispondenza della parte anteriore del gradino stesso.

8.1.10) 
Scale - Le rampe di scale che costituiscono parte comune o siano di uso pubblico devono avere una larghezza minima di 1,20 m, avere una pendenza limitata e costante per l’intero sviluppo della scala. .

I gradini devono essere caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata (pedata minimo 30 cm): la somma tra il doppio dell’alzata e la pedata deve essere compresa tra 62/64 cm.
Il profilo del gradino deve presentare preferibilmente un disegno continuo a spigoli arrotondati, con sottogrado inclinato rispetto al grado, e formante con esso un angolo di circa 75°~80°.
In caso di disegno discontinuo, l’aggetto del grado rispetto al sottogrado deve essere compreso fra un minimo di 2 cm e un massimo di 2,5 cm. Un segnale al pavimento (fascia di materiale diverso o comunque percepibile anche da parte dei non vedenti), situato almeno a 30 cm dal primo e dall’ultimo scalino, deve indicare l’inizio e la fine della rampa.

Il parapetto che costituisce la difesa verso il vuoto deve avere un’altezza minima di 1,00 m ed essere inattraversabile da una sfera di diametro di cm 10.
In corrispondenza delle interruzioni del corrimano, questo deve essere prolungato di 30 cm oltre il primo e l’ultimo gradino.

Il corrimano deve essere posto ad una altezza compresa tra 0,90/1 metro.
Nel caso in cui sia opportuno prevedere un secondo corrimano, questo deve essere posto ad una altezza di 0,75 m.
Il corrimano su parapetto o parete piena deve essere distante da essi almeno 4 cm.

Le rampe di scale che non costituiscono parte comune o non sono di uso pubblico devono avere una larghezza minima di 0,80 m.
In tal caso devono comunque essere rispettati il già citato rapporto tra alzata e pedata (in questo caso minimo 25 cm), e la altezza minima del parapetto.
 

Tabella 1.4 - Carichi d'esercizio

N.

Locale

Carico

kg/m2

kN./m2

5

Balconi e scale 
 
per edifici di abitazione
per edifici pubblici e scolastici

400
500

4,00
5,00


 

UNI 10803 gennaio 1999
Scale prefabbricate - Terminologia e classificazione

1. Scopo e campo di applicazione

La  norma definisce in termini funzionali le scale prefabbricate ed i relativi componenti e ne identifica le tipologie costruttive in funzione della loro configurazione. La  norma si applica alle scale prefabbricate di legno, metallo e/o relative combinazioni. Sono escluse le scale prefabbricate di calcestruzzo.

2. Termini e definizioni

Vedere la pagina terminologia

3. Classificazione morfologica

Le scale prefabbricate sono  suddivise, in funzione della loro morfologia, nelle seguenti famiglie:
Scale a giorno: struttura portante inclinata costituente il piano di appoggio dei gradini, con rampe lineari.
    -scale a giorno con pianerottolo e rotazione delle rampe (il cambiamento di direzione tra le rampe è ottenuto       con l'interposizione di un pianerottolo)
    -scale a giorno con gradini a ventaglio e rotazione delle rampe(il cambiamento di direzione tra le rampe é ottenuto con l'interposizione di un ventaglio a 2 o 3 gradini)
    -scale a giorno diritte (senza pianerottoli o ventagli e senza rotazione delle rampe)
    -scale a giorno diritte con forte pendenza (scale cosidette alla marinara, con gradini sfalsati)
Scale a chiocciola: sviluppo verticale intorno ad un asse portante
        -scale a chiocciola a pianta circolare
        -scale a chiocciola a pianta quadrata
        -scale a chiocciola a pianta ellittica

4. Classificazione in funzione della destinazione d'uso.

La legge13/89 suddivise le scale in due gruppi, uso pubblico e uso privato.
La norma 10803 suddivide l'uso privato in principale e secondario:
    -uso privato principale, collegamento principale tra vani ad abitabilità completa
    -uso privato secondario, collegamento secondario con vani non abitabili, ovvero secondo collegamento in caso di uso privato principale (ovvero, presenza di due scale, di cui una principale e l'altra secondaria)

UNI 10804 gennaio 1999
Scale prefabbricate - Rampe di scale a giorno - Dimensioni e prestazioni meccaniche

1. Scopo e campo di applicazione

La norma stabilisce le caratteristiche dimensionali e le prestazioni meccaniche delle scale prefabbricate, definite dalla UNI 10803, in funzione della loro destinazione d'uso e dell'ambiente di installazione (sia interno che esterno).
La norma si applica alle scale prefabbricate di legno, di metallo, e/o relative combinazioni. Sono escluse le scale prefabbricate di calcestruzzo.

3. Caratteristiche dimensionali

3.1 Dimensionamento dei gradini delle scale a giorno

3.1.1 Gradini rettilinei

  Pubblico1) Privato principale1) Privato secondario2)

Larghezza minima di passaggio utile3), in mm

1200 800 600
Pedata minima3), in mm 300 250 220
Rapporto alzata/pedata 2A+P=620÷640 2A+P=620÷640 2A+P=600÷660
1) Ogni rampa deve avere un numero massimo di 15 gradini
2) E' possibile avere alzate tamponate solo con pedate > 250 mm
3) Come definite dalla UNI 10803

3.1.2 Gradini di raccordo tra rampe rettilinee

Destinazione d'uso

Criterio di dimensionamento

Pubblico1) Pianerottoli quadrati di lato uguale a quello della larghezza della rampa e pianerottoli rettangolari di lato doppio
Privato principale1)2) Pianerottoli o gradini a ventaglio a 45°, 30° e 22°30', ecc.
Privato secondario2) Pianerottolo o gradini a ventaglio a 45°, 30° e 22°30?, ecc.
1) In caso di pianerottolo intermedio a rampe conseguenti senza cambiamento di direzione, la misura del pianerottolo deve essere maggiore od uguale a 620+P (lunghezza del passo in piano + una pedata)
2) Ad una distanza di 300 mm dal lato interno del passaggio utile, deve essere garantita la pedata minima di cui al prospetto 1.

3.1.4  Casi particolari
Gradini diversi da quelli descritti sono ammessi solo con funzione di invito ad inizio rampa, oppure  con funzione di aggiustamento a fine rampa, ma, in quest'ultimo caso, solo se di pedata superiore e solo se posti a filo col solaio di arrivo.
Le alzate devono essere tutte uguali, tranne la prima, che può essere diversa, mo solo se più bassa.

3.2 Dimensionamento dei gradini per le scale a chiocciola.

  Pubblico Privato principale Privato secondario
Larghezza minima di passaggio utile Non ammesso dalla legislazione vigente
(L. 13/89 e DM 236 del 6/89)
700 500
Angolo minimo del gradino 22°30' 30°
Alzata massima in mm 240 240

(...)

UNI 10810 gennaio 1999
Scale prefabbricate - Rampe di scale a giorno - Determinazione della resistenza meccanica ai carichi statici distribuiti.

UNI 10811 gennaio 1999
Scale prefabbricate - Rampe di scale a giorno - Determinazione della resistenza meccanica ai carichi dinamici.

UNI 10812 gennaio 1999
Scale prefabbricate - Flessione dei gradini - Metodo di prova.

Le ultime tre norme indicano criteri, metodi e tecniche per le prove di carico e di resistenza delle scale prefabbricate.

 

 

 

 

D.M. 236/89

Il decreto 236/89 introduce per la prima volta i concetti di accessibilità, visibilità e adattabilità:sono criteri progettuali che discriminano in maniera precisa il tipo di intervento a seconda delle tipologie abitative.

ACCESSIBILITA'
Rappresenta il grado più alto di utilizzo dello spazio costruito. Per accessibilità s'intende la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
La normativa prevede che debba essere garantita l'accessibilità:
per i percorsi esterni e le parti comuni di tutti gli edifici e, inoltre, che sia accessibile   almeno il 5% degli alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata (con un minimo di un'unità immobiliare per ogni intervento);
per gli ambienti destinati ad attività sociali (come quelle scolastiche, sanitarie, culturali,   sportive, ...);
per gli edifici sedi di aziende o imprese soggette alla normativa sul collocamento   obbligatorio;

 

Nelle strutture destinate ad attività sociali e limitatamente ai servizi igienici, il requisito s'intende soddisfatto se almeno un servizio igienico per ogni livello utile dell'edificio, è accessibile alla persona su sedia a rotelle.
Negli edifici sedi di aziende e imprese, invece, deve poter essere accessibile almeno un servizio igienico per ogni nucleo di servizi igienici previsto.


VISITABILITA'

Con questo termine si vuole indicare un più ridotto grado di fruibilità dello spazio, limitando l'accessibilità ad alcune parti dell'edificio (quelle di relazione e i locali igienici).
Ogni unità immobiliare, qualsiasi sia la sua destinazione deve essere visitabile in particolare gli edifici residenziali (di cui non sia già stata richiesta l'accessibilìtà).
Questo criterio si ritiene soddisfatto se:
una persona in carrozzina può raggiungere gli alloggi; accedere alla zona soggiorno pranzo e ad un servizio igienico.
Nei luoghi di lavoro; servizio ed incontro sono visitabili gli spazi in cui il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta.
Nel locale igienico, la persona in carrozzina può arrivare in prossimità del lavabo e del WC (anche senza l'accostamento laterale per la tazza WC e frontale per il lavabo).


ADATTABILITA'

Per adattabilità si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
Questo criterio non stabilisce pertanto dei requisiti dimensionali da attuare al momento, quanto la possibilità di garantire in futuro la completa accessibilità.
Detto criterio si applica a tutti gli edifici per i quali non sia già richiesta l'accessibilità o la visitabilità.
Nei casi di adeguamento è consentita l'eliminazione del bidet e la sostituzione della vasca con una doccia a pavimento al fine di ottenere anche senza modifiche sostanziali del locale, uno spazio laterale di accostamento alla tazza WC e di definire sufficienti spazi di manovra.

Le prescrizioni che andremo ora ad elencare garantiscono la soddisfazione del criterio di accessibilità.

 

 

 

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