Il radon rappresenta un pericolo per la nostra salute

Aumenta il rischio di cancro polmonare

Il radon ed in particolare i suoi discendenti sono importanti dal punto di vista radioprotezionistico in quanto decadendo emettono particelle alfa e beta. Soprattutto le particelle alfa sono caratterizzate da un'elevata energia ed efficacia biologica. Inalati, il radon e soprattutto i suoi figli che si depositano sul tessuto polmonare, causano un irraggiamento delle cellule epiteliali, in particolare nella regione bronchiale. A causa della sua ubiquità il radon è la fonte dominante dell'esposizione umana alle radiazioni ionizzanti.

 

Il radon è inquadrato al secondo posto, dopo il fumo, come causa per l'inorgenza di tumori polmonari

FIGURA  Il radon rappresenta un pericolo per la nostra salute.

Agli inizi del XVI secolo si era già constatato che alcuni minatori erano affetti da una patologia polmonare cronica, denominata la "malattia dei minatori". Nella prima metà del XIX secolo, nella regione mineraria della Sassonia tale patologia veniva chiamata "malattia dello Schneeberg“. Nel 1879, per la prima volta fu ipotizzata la diagnosi per questo male: cancro ai polmoni, anche se la causa rimaneva ancora sconosciuta. Intorno al 1900 si individuò l'elemento "radon" e si fecero le prime scoperte sul principio della radioattività: in seguito si osservò anche che le radiazioni ionizzanti possono provocare tumori. Solo negli anni '50 si svelò il mistero dei minatori dello Schneeberg: grazie ad indagini epidemiologiche su lavoratori di miniere d’uranio si scoprì che il radon e i suoi prodotti di decadimento sono in grado di provocare il cancro polmonare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO-OMS) ha dichiarato già dal 1988, attraverso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che il radon è una delle 75 sostanze cancerogene per l’uomo assieme al benzene, all’amianto, al fumo di tabacco. In Germania, secondo il Bundesamt für Strahlenschutz si può parlare di un incremento significativo del rischio relativo di neoplasie polmonari a partire da 250 Bq/m³. Sono stati inoltre da poco (settembre 2000) presentati i risultati preliminari ufficiali di uno studio secondo cui il rischio relativo aumenta circa del 10% se la concentrazione di radon aumenta di 100 Bq/m3. Questa stima approssimativa è in accordo con BEIR VI, come è stato ribadito nell‘ambito della „5th International Conference on High Levels of Natural Radiation and Radon Areas: Radiation Dose and Health Effects“ tenuta a Monaco dal 4 al 7 settembre 2000.

Sul supplemento ordinario n.252 della G. U. n. 278 del 27/11/01 è stato pubblicato l’accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome sul documento concernente: "Linee-guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati". Nel rapporto si afferma che in Italia, l’esposizione al radon è responsabile di un numero di casi di tumore polmonare compreso tra 1500 e 6000 per ogni anno.

Per ulteriori informazioni:

• National Research Council, Health Effects of Exposure to Radon, BEIR VI, Committee on Health Risks of Exposure to Radon (BEIR VI), Board on Radiation Effekts Research, Commission on Life Sciences, National Academy, Washington, DC (1998).
• H.Lubin et al. Estimating lung cancer mortality from residential radon using data for low exposures of miners, Radiation Research 147, 126 – 134 (1997).
• R.Wiiam Field, Philippe J. Duport, Exposure to residential radon causes lung cancer. Medical Physics 30, pp.485 – 488 (2003).

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