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INCENDIO, ESPLOSIONE


INTRODUZIONE

L’incendio è una combustione che si sviluppa in modo incontrollato nel tempo e nello spazio. La combustione è una reazione chimica tra un corpo combustibile e un corpo comburente. I combustibili sono numerosi: legno, carbone, carta, petrolio, gas combustibile, ecc. Il comburente che interviene in un incendio è l’aria o, più precisamente, l’ossigeno presente nell’aria (21% in volume). Il rischio di incendio, quindi, esiste in tutti i locali.

L’esplosione è una combustione a propagazione molto rapida con violenta liberazione di energia. Può avvenire solo in presenza di gas, vapori o polveri combustibili di alcune sostanze instabili e fortemente reattive o di materie esplosive.

Per prevenire il rischio di incendio o di esplosione è necessario conoscere i rischi propri dell’impresa.

Le cause, che possono provocare un incendio, sono:

bulletfiamme libere (p.es. operazioni di saldatura)
bulletparticelle incandescenti (brace) provenienti da un focolaio preesistente (p.es: braciere)
bulletscintille di origine elettrica
bulletscintille di origine elettrostatica
bulletscintille provocate da un urto o sfregamento
bulletsuperfici e punti caldi
bulletinnalzamento della temperatura dovuto alla compressione dei gas
bulletreazioni chimiche

 

I diversi aspetti della combustione sono:

bulletla combustione lenta: sprigiona un debolissimo calore e si produce senza emissione di luce (caso della ruggine di ferro, p.es.)
bulletla combustione viva: sprigiona calore e luce; il fuoco può trasformarsi in fiamme, in incandescenza o, più frequentemente, in entrambe.

Nel caso della esplosione, la propagazione può essere velocissima. La liberazione violenta di energia (in un tempo dell’ordine del millesimo di secondo) provoca delle pressioni molto forti che hanno degli effetti distruttivi enormi: deflagrazione con una velocità inferiore a quella del suono, detonazione con una velocità superiore a quella del suono. Le esplosioni si producono in alcune miscele aria-gas infiammabili o aria-materia polverulente (polvere di mina o grani, p.es.).

 

Classi di fuoco:

Classe A: fuochi di solidi, detti fuochi secchi.

La combustione può presentarsi in due forme:

bulletcombustione viva con fiamme
bulletcombustione lenta senza fiamme, ma con formazione di brace incandescente

L’agente di estinzione raccomandato è l’acqua.

Classe B: fuochi di idrocarburi solidificati o di liquidi infiammabili, detti fuochi grassi.

E’ controindicato l’uso di acqua a getto pieno.

Classe C: fuochi di combustibili gassosi.

Classe D: fuochi di metalli.

 

 

EFFETTI SULLA SALUTE

- dovuti alla fiamma

Il contatto diretto con la fiamma ed il calore da essa irradiato provocano ustioni.

- dovuti al calore

I gas caldi, di combustione e non, da soli possono provocare stress da calore, disitratazione ed edemi.

- conseguenti alla carenza di ossigeno

La concentrazione dell’ossigeno nell’aria, per effetto della combustione, può scendere sotto il 21% della normalità. Alla diminuzione si associano via via, difficoltà di movimento, abbassamento capacità valutativa, collasso ed asfissia.

- tossicità

I gas prodotti in una combustione possono essere tossici sia in relazione ai materiali coinvolti sia in relazione alla quantità di ossigeno presente nel luogo dell’incendio. Al primo posto per numero di vittime è il "famigerato" ossido di carbonio (CO). L’anidride carbonica (CO2) è un gas asfissiante ad elevate concentrazioni. Tra gli altri gas più noti per la tossicità si rammentano l’idrogeno solforato, l’acido cianidrico, l’ossido di azoto, l’ammoniaca, l’anidride solforosa, ecc.

- dei fumi

Il termine fumo indica la fase nella quale i gas della combustione "trascinano" particelle solide o liquide che lo rendono opaco. Il fumo produce un effetto irritante degli occhi e delle vie respiratorie, riduce la visibilità con ostacolo per la evacuazione e per l’intervento dei soccorsi.

- traumatici

Quando all’incendio è associata una esplosione, le conseguenti onde di pressione possono provocare eventi traumatici nei soggetti esposti.


I PRINCIPI DELLA PREVENZIONE

RIDURRE I RISCHI

Assicurare la salvaguardia delle persone:

bulletrispettando il numero e la dimensione delle uscite di sicurezza regolamentari e controllando che le uscite siano sempre completamente libere;
bulletinstallando un sistema di allarme sonoro;
bulletassicurandosi che la resistenza delle strutture al fuoco sia adeguata, permettendo l’evacuazione;
bulletscegliere attrezzature che non possono provocare incendi;
bulletlimitare, per quanto possibile, la quantità di materiali e di prodotti infiammabili.

Inoltre, nel caso di rischio di esplosione:

bulletisolare i locali a rischio dagli altri locali;
bulletcontrollare l’atmosfera per restare sempre al di sotto del 25% dei limiti più bassi di esplosione (LIE);
bulletevitare ogni fonte di ignizione (scelta di materiale adatto, misure contro la formazione di elettricità statica, ...).

Limitare i danni:

bulletfacilitare l’intervento dei vigili del fuoco (accessi, prese d’acqua, ...);
bulletfornire i mezzi di prevenzione e antincendio (dispositivi di rilevamento, mezzi di estinzione, ...);
bulletorganizzare la prevenzione incendio sul posto;
bulletinformare sistematicamente i lavoratori e i nuovi assunti sui dispositivi di estinzione e di primo soccorso (localizzazione, condizioni d’uso) e svolgere delle esercitazioni periodiche;
bulletin caso di rischio di esplosione, inoltre, prevedere mezzi per scaricare la pressione provocata dall’esplosione.

Primi interventi:

E’ necessario prevedere degli estintori in numero sufficiente, di facile accesso e manovrabilità. Ad esempio per 200 m2 di superficie, sono necessari almeno:

bulletun estintore portatile ad acqua polverizzata da 6 litri come minimo;
bulletin caso di rischi particolari, un numero di estintori di tipo appropriato ai rischi (p.es.: estintore a polvere in caso di rischi elettrici).

Se necessario, si potrà prevedere, dietro consiglio dei servizi competenti:

bulletl’installazione di RIA (rubinetti di incendio armati); colonne secche o colonne umide;
bulletimpianti fissi di estinzione automatica;
bulletimpianti di rilevamento automatico di incendio;
bulletsabbia o terra mobile con mezzi di protezione.

Segnalazione per la prevenzione dei rischi legati all’incendio:

Deve durare nel tempo, collocata in punti appropriati e conforme alle norme e ai regolamenti in vigore (segnali di direzione delle uscite, segnalazione delle attrezzature di primo soccorso e di lotta antincendio).

Allarme sonoro:

bulletè installato in tutti gli stabilimenti dove sono riunite o occupate più di 50 persone, come pure in quelli dove sono manipolate e lavorate delle materie infiammabili (esplosivi, comburenti, materie estremamente infiammabili, materie il cui stato fisico può generare un’esplosione o una fiamma improvvisa) quale che sia la grandezza dello stabilimento;
bulletdeve essere udibile:
bulletin qualsiasi punto dello stabilimento
bulletcon un’autonomia minima di 5 minuti
bulletnon possa essere confuso con un altro segnale

 

NORMATIVA

 

D.lgs n.626 del 19.9.1994, artt. 12, 13 e all. II

Attuazione direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

artt. 12 e 13 - Prevenzione incendi

all. II - Prescrizioni di sicurezza e di salute per i luoghi di lavoro

D.M. del 26.8.1992

Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica.

D.M. DEL 30.11.1983

Termini, definizioni e simboli grafici di prevenzione incendi.

D.P.R. n.524 del 8.6.1982

Attuazione direttiva CEE in materia di segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro.

D.M. del 16.2.1982

Modificazioni del D.M. 27.9.1965 in materia di attività soggette alle visite di prevenzione incendi.

Circolare n.27186/4101 del 17.12.79

Servizi antincendio negli stabilimenti industriali. Chiarimenti.

Legge n.469 del 13.5.1959

Ordinamento dei servizi antincendio e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

D.P.R. n.689 del 26.5.1959

Determinazione delle aziende e lavorazioni soggette, ai fini della prevenzione incendi, al controllo del Comando dei Vigili del Fuoco.

Circolare n.538 del 4.3.1959

Determinazione dei luoghi di lavoro dove esistono pericoli di esplosione e di incendio.

D.P.R. n.302 del 19.3.1956, art.14

Norme di prevenzione infortuni integrative di quelle previste dal D.P.R. 547 del 27.4.1955 art.14 - Misure antincendio

D.P.R. 547 del 27.4.1955, artt. 33-37, 329-336, 358-365

Norme per la prevenzione degli infortuni

artt. 33-37- Difesa contro gli incendi

artt.329-336 - Installazioni elettriche in luoghi con pericolo di incendio

artt.358-365 - Materie e prodotti infiammabili

Legge n.1540 del 27.12.1940

Norme per l’organizzazione dei servizi antincendio.

 

Normativa specifica

 

Grandi Magazzini

Circolare n.75 del 3.7.1967

Criteri di prevenzione incendi per grandi magazzini, empori, ecc.

Decreto 17.6.1988 n.248 del Ministero Industria e Commercio (G.U. n.157 del 6.7.1988)

Caratteristiche dei centri commerciali all’ingrosso e di quelli al dettaglio

 

Impianti antincendio

UNI-VVF 9485 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, idranti a colonna soprassuolo in ghisa.

UNI-VVF 9486 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, idranti a colonna soprassuolo in ghisa.

UNI-VVF 9487 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, tubazioni flessibili antincendio di DN 45 e 70 per pressioni di esercizio fino a 1,2 Mpa

UNI-VVF 9488 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, tubazioni semirigide di DN 20 e 25 per naspi antincendio.

UNI-VVF 9489 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler).

UNI-VVF 9490 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio.

UNI-VVF 9491 aprile 1989

Apparecchiature per estinzione incendi, impianti fissi di estinzione automatici a pioggia, erogatori (sprinkler).

UNI-VVF 9494 aprile 1989

Evacuatori di fumo e calore, caratteristiche, dimensionamento e prove.

UNI-VVF 9495 aprile 1989

Sistemi fissi automatici di rilevazione e di segnalazione manuale d’incendio.

   

Impianti termici funzionanti a G.P.L.

Circolare n.78 del 14.7.1967

Impianti di G.P.L. per uso domestico - Criteri di sicurezza.

Decreto del 16.5.1987 n.246 (G.U. n.148 del 27.6.1987)

Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione (Nella tabella C dell’art.4, le norme sull’ubicazione degli impianti di produzione di calore)

Impianti termici a gas di rete (densità inferiore a 0,8)

Circolare n.68 del 25.11.1969

Norme di sicurezza per gli impianti termici a gas di rete

Circolare n.42 del 20.5.1974

Dispositivi ed apparecchiature di sicurezza per impianti termici - Specifiche di prova.

 

Linee guida per soggetto - AMBIENTE TERMICO Linee guida per soggetto - AREAZIONE, Linee guida per soggetto - ELETTRICITÀ

Linee guida per soggetto - ILLUMINAZIONE Linee guida per soggetto - IMPRESE ESTERNE, LAVORO PROVVISORIO INFORMAZIONE DEI LAVORATORI EX ART. 21, D. LGS. N. 626/94
Linee guida per soggetto - LOCALI DI LAVORO Linee guida per soggetto - MACCHINE MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Linee guida per soggetto - RADIAZIONI IONIZZANTI Linee guida per soggetto - RUMORE Linee guida per soggetto - SISTEMAZIONE DI UN POSTO DI LAVORO
Linee guida per soggetto - SOSTANZE E PREPARATI Linee guida per soggetto - PREMESSA Linee guida per soggetto - VIBRAZIONI

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